Robotizzazione: bene l’Italia in previsione di Industria 5.0

Automazione e robotica sono senza dubbio due dei pilastri dell’industria 5.0 e il loro sviluppo sarà un punto centrale nel percorso di transizione delle imprese. La robotica industriale e l’automazione di buona parte dei suoi processi, è dunque il nucleo del nuovo paradigma di interazione uomo-macchina alla base della quinta rivoluzione industriale.

Per valutare le prospettive del prossimo futuro delle aziende italiane, bisogna dunque analizzare i dati relativi alla robotizzazione di fabbriche e processi produttivi. La situazione è complessa, caratterizzata da luci e ombre che lasciano intravedere ottime possibilità, ma anche criticità da risolvere prontamente.

Robotizzazione: la situazione del nostro paese

Il panorama relativo ad automazione e robotica in Italia è eterogeneo, con alcuni settori in forte crescita e altri in sensibile contrazione. Gli investimenti del Belpaese nella robotizzazione non sono dopotutto mancati, anzi: l’Italia è il paese che ha dedicato più fondi allo sviluppo dei robot per industrie.

Nel valutare la crescita economica del paese non ci si può però limitare a considerare gli sforzi profusi nella robotica industriale. Allo stesso tempo trend negativi nella produzione industriale non sono sinonimi di scarso interesse in automazione e robotica. Il dato dipende piuttosto da fattori quali l’indebolimento del ciclo produttivo globale, i tanti rincari nel settore energetico e uno scenario geopolitico non semplice.

Da non sottovalutare anche l’impatto della stretta creditizia. Il rialzo dei tassi di interesse ha danneggiato le imprese più piccole, che hanno più difficoltà ad accedere a risorse finanziarie e quindi a crescere, favorendo una concentrazione delle risorse nelle mani di imprese più grandi. Al di là delle considerazioni prettamente statistiche, la robotica industriale riveste comunque un ruolo centrale nell’economia italiana. Alcuni degli ambiti più interessati sono:

  • Settore della gomma e della plastica;
  • Costruzione di macchinari per la ceramica;
  • Fabbricazione di macchinari per calzature;
  • Produzione di veicoli a motore;
  • Industria farmaceutica;
  • Assemblaggio di computer e altri prodotti di elettronica.

È altresì interessante constatare come la crescita relativa ad automazione e robotica non coincida con la diminuzione della forza lavoro umana. Al contrario di paesi come ad esempio gli Stati Uniti, le industrie italiane sembrano quindi riuscire a preservare l’impiego dei dipendenti integrando le macchine in maniera armonica e aumentando la produttività complessiva.

Questi aspetti fanno dunque ben sperare per la transizione delle imprese italiane verso il modello di industria 5.0. Una prospettiva suffragata anche dal crescente numero di investimenti in prodotti della proprietà intellettuale che rimangono però inferiori rispetto a quelli tedeschi o francesi, anche per colpa di incentivi più bassi destinati a ricerca e innovazione.

Robotica industriale: i dati dei settori della ceramica e delle calzature

Ceramica e calzature sono due dei settori che più hanno beneficiato dei progressi compiuti nell’ambito della robotica industriale. È perciò interessante analizzare i dati relativi per avere un’idea dello stato di salute delle imprese italiane in transizione verso l’industria 5.0.

Nel comparto dei costruttori di macchinari per la ceramica, il fatturato complessivo è cresciuto dello 0,9%, toccando quota 2,37 miliardi di euro. In aumento anche l’export, che ha fatto registrare un ottimo +1,8% e una quota export-fatturato pari al 73%. La crescita è stata trainata da produzioni di nicchia quali stoviglieria e laterizi, rispettivamente con +23% e +67%.

Interessante anche il dato relativo alle soluzioni high-tech per stoccaggio, smaltatura e decorazione, tutte in rialzo rispetto alle presse che hanno invece subito un calo del 13,9%. Tra fine 2023 e inizio 2024 si è tuttavia registrato un leggero calo, attribuibile ai ritardi nell’operatività del Piano Transizione 5.0. Questo fa intendere come gli investimenti in automazione e robotica necessitino comunque di supporto e programmazione, per far fronte a condizioni di mercato non sempre favorevoli e per capitalizzare le potenzialità dell’impresa italiana.

Il settore della costruzione di macchinari calzature, pelletteria e conceria ha fatto registrare un trend simile. Nel 2023 è infatti cresciuto del 3,66%, frenando però nel secondo semestre, a causa di difficoltà globali di mercato. Le macchine per la conceria in particolare hanno segnato un +12,76% nelle esportazioni rispetto al 2022, vendendo bene in Europa, America e Africa.

Analogamente al comparto ceramica però, le prospettive future sono dubbie. Ciò non è solo legato dovuto a congiunture di mercato esterne, ma anche alla necessità di un maggiore supporto delle istituzioni, anche attraverso i decreti attuativi del piano Transizione 5.0.

Lo scenario delineato dai dati è in definitiva abbastanza chiaro. L’industria 5.0 è un passaggio chiave per la competitività delle imprese italiane, che dimostrano una buona predisposizione nello sviluppo di soluzioni di automazione e robotica. Adesso però è necessario un ulteriore sforzo, specialmente in un contesto fortemente influenzato da problematiche di natura geopolitica.

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